Al buio
Al buio sente un parlottare continuo, sommesso. Cerca di capire qualche parola. Avviene qualcosa di molto bello che non riesce… Read More »Al buio
Al buio sente un parlottare continuo, sommesso. Cerca di capire qualche parola. Avviene qualcosa di molto bello che non riesce… Read More »Al buio
Distesa marina, rombo di cielo, ogni cosa s’incrocia e s’incastra nell’arco divino. Vano è il tentare, vuoto l’ardire.
La prende sulla spiaggia di Fiumicino. Davanti un mare inquieto su un cielo in movimento. Azzurro grigio bianco i colori.
Le campane della chiesa non riescono a frenare i battiti del cuore.
Silvia Rossetti – Una domenica pomeriggio si è trovata seduta accanto un ragazzo.
Si beve un bicchiere di birra ghiacciata
Primo maggio domani il servizio della metro non verrà effettuato
L’orologio alla parete segna la giornata
I giorni si susseguono senza partecipazione nell’assurdità prepotente della vita.
Napoli si presenta senza falsi pudori e false cornici. Le viuzze e i vicoli sporchi e affollati in uno spettacolo misero riservato e vissuto
Sta nuda distesa sul letto matrimoniale di una casa a lei sconosciuta. Fissa incuriosita il soffitto piuttosto basso.
L’accento è romanesco puro, piacevole all’udito. In quel piccolo casotto semicircolare spunta solo la testa.
Com’è avvenuta la disgrazia? Il racconto di Lucetta esprime senza indugio, il significato tragico dell’evento.
Sono giovani suore francesi. Vestono un tailleur, sopra una camicetta bianca, i capelli sono tirati dietro la nuca.
Il merletto nero lascia spazio al raso bianco del suo vestito a tunica aderente. Scarpe di raso altissime, capelli lasciati… Read More »Il vestito
Nel piccolo salotto parlo con i padroni di casa. La conversazione rimane superficiale e le frasi di convenienza.
Sul piccolo tavolino rotondo c’è una bottiglia di vermouth e tre bicchieri colmi. Un portacenere spazioso, coperto da tovagliolo di carta,
Alle 23,30 di un giorno di dicembre il cielo è scuro e la pioggia cade fitta ed impetuosa. Per la casa non si sente alcun rumore.
Il terrazzo assolato cocente l’ha percorso milioni di volte. Le braccia stanche hanno chiesto di riposare.
Le macchine in prossimità del crocevia rallentano. Intorno verdi prati in salita e alberi. Un piccolo tunnel fa da sottopassaggio.
La grande scalinata, il piazzale, la facciata della chiesa e l’ampio spazio di fronte all’entrata sono inondati dal sole.
C’è una grande folla e confusione di bambini, di mamme, di ragazzi che avanzano curiosando di qua e di là.
Una sta seduta davanti a me. Il terrazzo grande, le piante enormi, i fiori, le sedie comode
Quest’anno appena costruita la capanna del presepe ho sistemato nella mangiatoia Gesù Bambino e accanto la Madonna con San Giuseppe,
Leonardo e Lisa sono due colombi bianchi di forma perfetta di due mesi appena.
Il gatto Felix è un bellissimo gattone nero con una stellina bianca in fronte.
Camminavo sul marciapiede, quando un ragazzo di fronte a me, nel superarmi, s’inchina e raccoglie da terra qualcosa che mi mostra.
La coppia sta inginocchiata davanti all’altare, al centro della chiesa del paese. Festeggiano i cinquant’anni di matrimonio.
Seduta guarda il compagno di viaggio che ha di fronte. Una persona distinta, magro, celesti chiari gli occhi,
Le strade bagnate riflettono passi pesanti il vento rabbioso s’incrocia e distrugge le nuvole inquiete
Ali leggere battono e fremono fruscio di corde poca è la distanza dei respiri
Nel bilancio ora della loro vita il dare e non l’avere si pronuncia
Silenzio nel buio, lo sguardo non vede. Per ora solo bandiere bagnate di lacrime sventolano in alto nel cielo, che vede
Con il contatto prolungato delle carezze premute, allungate ripetute sento il calore sempre più freddo
Solo parenti per l’artista ribelle. Adesso è chiuso. Ma lui non c’è.
Quant’è lunga la distanza tra una mano e l’altra a braccia tese
La mattina limpida e fresca, nessun rumore, luce chiara e soffusa a roma, ora deserta.
Ho di fronte il mare oggi seduta su grossi sassi o in piedi appoggiata alla ringhiera.
Gli occhi tuoi belli hanno pianto. Colori azzurri, splendidi tramonti albe sognate
È sera. Dalla finestra socchiusa la notte, appena arrivata, fa ombra sul letto di morte.
L’azzurro del cielo il passaggio dei colori le stagioni. Oh quegli occhi- Oggi parlano. È Tristezza
Le pallottole penetrano e feriscono. Si costruisce una realtà a cui credere pronti a sostituire i colpi con immagini care.
Francesca dove sei? Ho nostalgia di te come espressione compiuta, intensa. Mani grandi volitive fisico che non esita e s’ impone.
I fiori sono sbocciati, i frutti sono colti e lei ride e parla e ancora gioca.
A volte la notte d’inquieto respiro ad occhi chiusi sfoglio orizzonti e cielo e mari lontani. Il passo è sicuro
L’intensità degli occhi ferma il colore diseguale meraviglia il sorriso
I gesti e le azioni si ripetono volutamente inalterate e ripetitive ogni mattina. È per incominciare come ieri.
Dialoghi irregolari e poi silenzio. La luce biancastra di un’alba tardiva è opaca
Quella notte spaventati in molti la videro attraversare veloce il cielo già nero. La Cometa di Halley un fulmine di luce
Il pensiero degli uccelli rapito lo indico a chi può volare, le immagini del sole e del cielo a chi sa guardare