A Dio
Lontananza di echi, fragori scomposti di lacrime lontane passi violenti su ombre giganti
Lontananza di echi, fragori scomposti di lacrime lontane passi violenti su ombre giganti
In un attimo arsa viva. Dopo una manovra sbagliata la sua macchina si è schiantata.
Buia la sua luce nero il colore si muove per le stanze antiche come antico è il suo dolore
Allineati sui banchi composti in preghiera le piccole anime invocano Dio. Parole di secoli e secoli
Spiaggia bianca colore del mare tranquillo disteso sereno. Nebbia serale
Le pecore mansuete diventano leoni mentre l’onda del mare sbatte e percuote. Nessuno si salva
Corri e non afferri vivi e non respiri. Quadrato su quadrato rimane orizzontale.
Pietà – il mare la luce le stelle nel circolo chiuso di mani protese. È buio e l’occhio non vede.
Giornata senza tempo prolungata all’infinito. Fiori senza odore nel giardino della speranza.
E musica e luce. Spazio e secoli d’attesa inganni e dolori. Sulla croce con bracci smisurati
Fra le righe nascoste di un libro nel verso di una poesia nel dolore degli altri nella morte di tutti.
La musica di una tromba il monotono parlare degli astanti il ritmo delle cose e vivi.
Sole d’inverno freddo sulla città in un’ora mattutina. Cielo sul verde degli eucalipti miseria nei rifiuti dei vicoli
Tra la luce e il buio una vecchia ferma nel tempo, indica la strada le spalle rivolte ai ruderi alle pietre,
Un cane nella notte abbaia il rumore delle macchine a tratti l’accompagna. Chi ode questo lamento insistente?
Neri e profondi gli occhi, dolce il sorriso. Le parole sono mozze il suo parlare è stentato, estranea a ciò che la circonda
La notte è più lunga del giorno il buio è più intenso della luce il dolore più forte del dolore il silenzio rimane silenzio
Rumore silenzioso del mare che a stento si ode. Stelle e notte scura profonda quiete di attesa.
Sabato di gennaio stampato in chi l’ha sentito. Luce fredda opaca sui ceri e sul nero della bara.
Ha gli occhi di mare il mare negli occhi viaggi avventure vita vissuta. Ora chiusi nascondono l’animo.
Appena è incominciata per lui è finita. Mani estraggono a stento con movimenti rapidi il suo corpo.
Caldo afoso in un pomeriggio estivo. L’aria è ferma e la luce intensa. Vede piccole case di campagna
Sento risate, poi grida felici riempiono l’aria, di gioia, di vita. Fanno giochi infantili che ricordano tempi passati.
All’improvviso si ode un urlo bestiale. Vedo le mani a ventosa sul vetro più grande le gambe piegate, scivola giù, poi cade
Sorridi e ridi di un assurdo quadrato immaginario. Aspetta. I canti fiabeschi sono ora stridenti rumori.
I punti sono vicini per una circonferenza da segnare. Ma le parole sono chiuse per ciò che vuoi udire.
Nel volo discreto il bianco di ali distese ondula lieve, abbraccia l’azzurro increspato del mare.
È poesia l’uccellino è entrato lo vedo controluce e avanza saltellando ma è già volato. È poesia il disegno del sole
C’era una volta un grande albero di pino vicino al mare
Storia di una gallinella, un gatto ed una bella amicizia
Cecilia cammina lungo la riva del mare in cerca di conchiglie
Quel giorno Claudia è in macchina sulla strada di ritorno verso casa. All’ippodromo dove lavora, trascorre le sue giornate fra i cavalli che adora
[…] Era bellissima. Trecce bionde le incorniciavano il viso.
due coniglietti dal manto rosso ed una nuova amicizia
Laura aveva comprato due paperi. Vivevano in terrazza ed erano diventati tanti…
A sera riesco ad avere i miei silenzi le mie parole. Vorrei non vedere, vorrei non sentire. In questo anelito cosciente
In tutte le canzoni che sentiamo c’è sempre qualcosa che fa per noi, voci che parlano al nostro cuore musiche nostalgiche di amore.
L’ho visto a tutte le ore con il sole e foschia e con il vento ora calmo ora agitato verde e poi celeste.
Recital di sempre di tutti, applausi a se stessi superati. Non parole dette ma parole taciute
Preghiere, preghiere e ancora preghiere. Domandiamo imploriamo e chiediamo per vivere, per guarire e per avere.
È gioia vederti è gioia sentirti. La voce le mani gli occhi rincorro nella tua indifferenza. Il libro chiaro è aperto su pagine da scolpire.
È possibile rialzarsi? Il peso porta più in basso. Troppi i dolori nessuna speranza solo angoscia e tristezza.
Guida amore e sacrifici si alternano costanti alle lacrime ai dolori alle gioie immaginate.
Ride di te. A chi appartiene il viso d’angelo che la fantasia ha creato? Soffri perchè?
Le mie braccia stanche la mia mente ferma. Non invoco non più reclamo la luna mi ha sorriso
Lanci il tuo grido i cerchi si allargano inutilmente. Tagli la mano non c’è spettatore.
Nel rumore del tempo che batte regolare, nel silenzio degli uccelli, nella luce scura della sera.
Ideali per attimi di vita sono tizzoni che il fuoco distrugge. Sconfitte per vittorie e lungo soffrire.
Che lascio? Niente. Sono pronta per la nuova vita. Le ultime ore mi si sono attaccate e non vorrebbero passare
Credo alla necessità assoluta del sapere ammiro la bellezza della natura credo al fiore che nasce.