Momento
Ali leggere battono e fremono fruscio di corde poca è la distanza dei respiri
Ali leggere battono e fremono fruscio di corde poca è la distanza dei respiri
Nel bilancio ora della loro vita il dare e non l’avere si pronuncia
Silenzio nel buio, lo sguardo non vede. Per ora solo bandiere bagnate di lacrime sventolano in alto nel cielo, che vede
Con il contatto prolungato delle carezze premute, allungate ripetute sento il calore sempre più freddo
Solo parenti per l’artista ribelle. Adesso è chiuso. Ma lui non c’è.
Quant’è lunga la distanza tra una mano e l’altra a braccia tese
La mattina limpida e fresca, nessun rumore, luce chiara e soffusa a roma, ora deserta.
Ho di fronte il mare oggi seduta su grossi sassi o in piedi appoggiata alla ringhiera.
Gli occhi tuoi belli hanno pianto. Colori azzurri, splendidi tramonti albe sognate
È sera. Dalla finestra socchiusa la notte, appena arrivata, fa ombra sul letto di morte.
L’azzurro del cielo il passaggio dei colori le stagioni. Oh quegli occhi- Oggi parlano. È Tristezza
Le pallottole penetrano e feriscono. Si costruisce una realtà a cui credere pronti a sostituire i colpi con immagini care.
Francesca dove sei? Ho nostalgia di te come espressione compiuta, intensa. Mani grandi volitive fisico che non esita e s’ impone.
I fiori sono sbocciati, i frutti sono colti e lei ride e parla e ancora gioca.
A volte la notte d’inquieto respiro ad occhi chiusi sfoglio orizzonti e cielo e mari lontani. Il passo è sicuro
I gesti e le azioni si ripetono volutamente inalterate e ripetitive ogni mattina. È per incominciare come ieri.
A sera riesco ad avere i miei silenzi le mie parole. Vorrei non vedere, vorrei non sentire. In questo anelito cosciente
In tutte le canzoni che sentiamo c’è sempre qualcosa che fa per noi, voci che parlano al nostro cuore musiche nostalgiche di amore.
L’ho visto a tutte le ore con il sole e foschia e con il vento ora calmo ora agitato verde e poi celeste.
Recital di sempre di tutti, applausi a se stessi superati. Non parole dette ma parole taciute
Preghiere, preghiere e ancora preghiere. Domandiamo imploriamo e chiediamo per vivere, per guarire e per avere.
È gioia vederti è gioia sentirti. La voce le mani gli occhi rincorro nella tua indifferenza. Il libro chiaro è aperto su pagine da scolpire.
È possibile rialzarsi? Il peso porta più in basso. Troppi i dolori nessuna speranza solo angoscia e tristezza.
Guida amore e sacrifici si alternano costanti alle lacrime ai dolori alle gioie immaginate.
Ride di te. A chi appartiene il viso d’angelo che la fantasia ha creato? Soffri perchè?
Le mie braccia stanche la mia mente ferma. Non invoco non più reclamo la luna mi ha sorriso
Lanci il tuo grido i cerchi si allargano inutilmente. Tagli la mano non c’è spettatore.
Nel rumore del tempo che batte regolare, nel silenzio degli uccelli, nella luce scura della sera.
Ideali per attimi di vita sono tizzoni che il fuoco distrugge. Sconfitte per vittorie e lungo soffrire.
Che lascio? Niente. Sono pronta per la nuova vita. Le ultime ore mi si sono attaccate e non vorrebbero passare
Credo alla necessità assoluta del sapere ammiro la bellezza della natura credo al fiore che nasce.
Mi stringe la mia. Nel leggero contatto un soffuso calore. È allegra, l’incedere suo sicuro vicino al mio fianco.
Domanda: allora che mi dici? La domanda rimane muta dentro di me e la bocca e il cuore chiuso agli altri.
Traballo, mi trascino appiccico pezzi che cadono dormo, aspetto a volte m’illudo. So quello che voglio
Cara e dolce è la tua voce. Ieri, oggi e domani. Solitudine ricercata di presenze, di colloqui.
ll sole appare scolorito attraverso le nuvole in movimento. Poche persone aspettano l’autobus, una madre è seduta con la bimba accanto.