Nel piccolo salotto parlo con i padroni di casa. La conversazione rimane superficiale e le frasi di convenienza. Sedie, carrello, poltroncine, televisore e vasi e soprammobili rendono l’ambiente pesante.
Mi meravigliano le distanze sbagliate, il cattivo gusto, e fuori posto ogni cosa.
Nella penombra, di fianco alla finestra, vedo un ritratto testimone di antica bellezza. Un altro quadro astratto vuole portare la sua eco nel futuro, ma io lo sento muto.
Sulla parete opposta due muli sostano in una stazione ferroviaria. I colori sono grigi e scuri.
È opprimente il grande quadro posto al centro della parete. Stanco è l’orologio a pendolo proteso verso il soffitto, presente nel suono regolare delle ore. Unica nota vivace sono tre galletti rossi, dipinti ad olio su fondo chiaro, ancora fieri di non essere stati contaminati dai padroni di casa.
I bellissimi fiori del giardino adiacente trasmettono il loro richiamo alla vita ma non è udito dai due coniugi, perchè anziani, scontenti, soli, ribelli.