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Premessa

Illustrazione di Giancarlo PirandaUna premessa a qualsiasi atto di cultura, d’arte, mi ha sempre messo in sospetto di modificazione allo stesso, tanto più questo sia puro, di genuinità originale. L’informazione è l’oggetto alla nostra vista, alla nostra attenzione, e nel suo compimento traccia la pista all’indagine perchè esso non resti ad uno “statu quo”, ma avvii al dialogo: se ci interessa da vicino, oppure sia da relegare tra quanto non ci insegna nulla.

Un “Pamphlet” trascorso il momento riesce squallido, non pone al suo posto niente. La proposta aperta e chiusa come un corretto periodo, è nell’opera, se valida. L’analisi, come mettere a luogo qualcosa, è riflessione di misura e spazio a quanto è passato in noi dall’opera quale strumento di cultura adatta.
Particolare ragione, e non per sembrare incauto, a tale idea espressa è il mio termine di essere pittore. La risposta alla poetica qui pubblicata (la poesia domanda, non può asserire) non è operazione difficile.
Il tema possibile indicato in essa è avvenimento di fatti esili che nel laboratorio della memoria inoltrano in un decorso malinconico e appena stupito del riflesso del tempo.

La locazione della stagione quando essa (questa poesia) è avvenuta non risulta determinata nel cammino dei versi.
È senz’altro una buona indicazione, un avvertimento al lettore.
Ogni vera poesia può accadere domani. Sia essa dentro ogni prova di cultura. L’istanza di vivere promuove spesso linee sottili, non constatate nell’ignoranza della nostra partecipazione, e ci assilla a fare i conti con un diario trascurato. Ma qualcuno che ritenevamo perduto lo ha fatto per noi. È andato a vedere curioso per noi. Ci darà di certo una mano all’angolo ignoto di una strada che dobbiamo incontrare.
Auguri al poeta ovunque esso sia.

Giancarlo Piranda