È Michela che parla e ride. Racconta una storia di paperi.
Laura, la sua amica, aveva comprato due paperi. Vivevano in terrazza e in poco tempo erano diventati tanti e la casa ne era invasa. Le cure e le attenzioni della famiglia sono tutte per i paperi. L’unico a protestare è il padre che si sente trascurato e non sopporta il loro odore.
Le sue proteste rimangono invane fino al giorno della scomparsa di uno dei paperi.
Lo cercano affannati per tutta la casa, laura. la madre, la donna di servizio, il fratello. Cercano sotto i letti in terrazza nel frigorifero e in ogni angolo e in ogni nascondiglio.L’idea è di Laura. Vanno nel bagno e sopra e intorno alla tazza del gabinetto trovano i paperi.
Sembrano impazziti. Il loro gracchiare è implorante, furioso.
Dentro il water galleggia il papero mancante. Viene salvato lavato e asciugato. I rimproveri sono tutti per il padre, l’ultimo uscito dal bagno. Il suo atto di ribellione fortunatamente non è riuscito in pieno.
L’ira della famiglia è rimandata. Adesso è tutta intorno al papero. Bagni caldi freddi per farlo rinvenire. La madre di Laura escogita la respirazione artificiale.
Il papero è deposto a pancia in su sul tavolo, su e giù le zampette, in alto e in basso, questo per ore. Poi dentro al becco cognac e zucchero sciolto e ancora cognac. Quando il papero si rimette in piedi traballa. È ubriaco. Giorni di apprensione della famiglia per la sua salute.
I galleggiamenti prima, poi i bagni caldi e freddi, poi il cognac con lo zucchero avevano fatto di lui un papero matto e pericoloso e così è rimasto fino all’allontanamento suo e di tutti i paperi della casa.