All’improvviso si ode un urlo bestiale.
Vedo le mani a ventosa sul vetro più grande
le gambe piegate, scivola giù, poi cade
con il corpo chinato, contorto, avvinghiato.
È un uomo drogato.
La gente si ferma, guarda poi passa.
Sta lì a terra l’insetto di Kafka.
La vita continua sui treni
nel tempo che passa.
Rifiuta il carrello ad uso lettiga,
ora cammina con calma, il capo è ricciuto
il viso è abbronzato. negli occhi
la paura perenne dell’uomo drogato.