Il merletto nero lascia spazio al raso bianco del suo vestito a tunica aderente.
Scarpe di raso altissime, capelli lasciati sciolti sulle spalle. Un attimo le basta per sentirsi compiaciuta. Lo specchio dell’ascensore le rivela per intero la sua figura.
È a ballare sulla terrazza allegra eccitata felice.
Tutti parlano ridono scherzano. Le luci delle lampade fanno un pò chiaro sul cielo fitto nero. Rampicanti e foglie e piedi che si muovono e corpi uniti e menti vivono al ritmo della musica.
Ancora bevono. Ci sono le mogli e insieme i mariti e i loro bambini. Il bisogno di comunicare di ridere di ballare è per tutti fuori da ogni realtà. E così gli sguardi i contatti sono di felicità pura perché dovuta.
Alle sei di mattina la macchina di ritorno va sulla strada verso il mare. Intorno è pulito come il cielo che sempre più chiaro scopre il verde degli alti pini. Il fitto silenzio della notte ormai passata per tutti, è già un ricordo. Le scure ombre sono ora spazi ben visibili, raggiunti e colmati.