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Ospedale

All’improvviso il letto di fronte al suo è occupato.
Imbellettata in modo maldestro, piccola, minute le mani, voce esile e gesti limitati e incerti, dimostra tutto il suo essere anziana soffuso di “paura”.
Sente lo sguardo giorno e notte anche alla debole luce posta sul comodino.In due per quindici giorni sole in una stanza d’ospedale fra cattivi odori, una nella immobilità della morte e l’altra, che incominciava a vivere.

Silvia Rossetti