Offro a te piccolo senza nome
l’umanità che non ti ha voluto
adesso piange e si dispera,
ma quando ignora, ride.
Saltella e cinguetta un passero
tra il verde di piante secolari,
ora in terra becchetta poi in alto
vola all’insaputa nostra.
Tu composto stai tra il bianco dei fiori,
ceri all’angolo della bara tratteggiano
ombre e luci sul viso perfetto
di forma, di calma immortale.